Una Comunità Energetica (o Energy Community) è un'associazione tra cittadini, attività commerciali, autorità locali o imprese che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di impianti per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili.
La possibilità di aggregarsi per la produzione, la distribuzione e il consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili rappresenta un tassello importante per lo sviluppo della transizione energetica in Italia.
Decentramento e localizzazione della produzione energetica sono i due principi su cui si fondano le comunità energetiche: grazie al coinvolgimento di cittadini, attività commerciali e imprese del territorio è possibile produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione.
Il concetto di autoconsumo si riferisce alla possibilità di consumare in loco l’energia elettrica prodotta da un impianto di generazione locale per far fronte ai propri fabbisogni energetici.
Abbinare l’offerta di energia alla domanda di consumo consente al sistema elettrico nazionale di funzionare in maniera ottimale.
Ma vediamo meglio i vantaggi offerti dalle comunità energetiche e come sono regolate in Italia.
Produrre, immagazzinare e consumare energia elettrica nello stesso luogo grazie all’energia prodotta da un impianto di generazione locale permette ai prosumer (produttori - consumatori) di contribuire attivamente alla transizione energetica e allo sviluppo sostenibile del Paese, favorendo l’efficienza energetica e promuovendo lo sviluppo delle fonti rinnovabili.
Una delle soluzioni per giungere a tale obiettivo è sovrapporre la dimensione spaziale individuale a quella collettiva, ad esempio, facendo coincidere la produzione locale di energia con la domanda del circuito costituito da: casa, condominio e vicinato o azienda-edificio/centro commerciale.
Nel 2019, l'Unione Europea ha approvato il pacchetto legislativo "Energia pulita per tutti gli europei" (CEP - Clean Energy Package) composto da otto Direttive dedicate ai temi energetici, tra cui: prestazioni energetiche negli edifici, efficienza energetica, energie rinnovabili, mercato elettrico.
Le otto direttive UE hanno l’obiettivo di mettere in atto quadri giuridici idonei per consentire la transizione energetica e offrire un ruolo di primo piano ai cittadini nel settore dell’energia. Tra i diversi temi di interesse, due delle direttive CEP si occupano di comunità energetiche:
Attualmente la regolamentazione italiana in materia di autoconsumo collettivo e comunità energetiche rinnovabili consiste nell’articolo 42-bis del cosiddetto Decreto Milleproroghe (convertito nella legge n. 8/2020 in 29 febbraio 2020).
Secondo le disposizioni del Decreto Milleproroghe, l’autoconsumo collettivo è composto da una pluralità di consumatori ubicati all’interno di un edificio in cui è presente uno o più impianti alimentati esclusivamente da fonti rinnovabili. Gli impianti possono essere di proprietà di soggetti terzi (come ESCO) e usufruire di specifici benefici, come le detrazioni fiscali.
La normativa attuale, in attesa del recepimento definitivo delle Direttive Europee, prevede che i soggetti che partecipano devono produrre energia destinata al proprio consumo con impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza complessiva non superiore a 200 kW e ubicati sotto la medesima cabina di trasformazione media/bassa tensione. Per condividere l’energia prodotta, gli utenti possono utilizzare le reti di distribuzione già esistenti e utilizzare forme di autoconsumo virtuale.
Nell’Ecobonus 2020 (diventato legge dal 6 ottobre 2020) sono esplicitamente menzionate le comunità energetiche: è possibile creare dei raggruppamenti di soggetti e immobili per la generazione di energia elettrica destinata all’autoconsumo oppure alla vendita.
La detrazione al 110% è estesa all’installazione degli impianti fotovoltaico fino a 200 kW, da parte di comunità energetiche rinnovabili costituite in forma di enti non commerciali o da parte di condomìni, in presenza di requisiti specifici, anche se corrisponde solo alla quota di spesa corrispondente alla potenza massima di 20 kW e fino a 48.000 € e comunque nel limite di spesa di 2.400 €/kW.
L’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico potrà essere condivisa a livello di comunità energetica o autoconsumo collettivo ed incentivata come tale, ad esclusione dell'energia condivisa sottesa alla quota di potenza di impianti fotovoltaici che ha accesso al Superbonus.
I vantaggi rimangono quelli del rimborso del costo dell’impianto grazie al Superbonus 110% e quelli variabili derivanti dall'utilizzo dell’energia condivisa.
The European House Ambrosetti prevede uno scenario con 500mila Comunità Energetiche potenziali in Italia (su stime del Politecnico di Milano), con una riduzione delle emissioni di CO2 di 3,6 milioni di tonnellate.
Per i membri delle Energy Community il beneficio economico complessivo potrebbe raggiungere i 2 miliardi € all’anno, considerando i ricavi dell’energia immessa e il risparmio sull’acquisto al netto dell’investimento tecnologico iniziale.
Certimac supporta le pubbliche amministrazioni, le imprese e i cittadini nel percorso di identificazione, creazione, animazione di Comunità di Energia Rinnovabile (CER) ai sensi della Legge 199/2021.
Il processo di articola in diverse fasi:
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